La monumentale Porta Venere a Spello in Umbria

La monumentale Porta Venere a Spello in Umbria

La monumentale Porta Venere a Spello in Umbria.
Nel cuore dell’Umbria, incastonata tra le mura romane di Spello, Porta Venere si erge come un maestoso ingresso al passato. Costruita in epoca augustea, questa porta monumentale è uno degli esempi più raffinati di architettura romana ancora visibili in Italia centrale. Il suo nome evoca la dea della bellezza, ma la sua struttura parla di ingegno, potere e continuità.
Realizzata in travertino, Porta Venere presenta tre fornici: un arco centrale più ampio, affiancato da due laterali più piccoli. A incorniciare il tutto, le celebri Torri di Properzio, due torri dodecagonali che dominano la scena con la loro imponenza e simmetria. Il nome delle torri è un omaggio al poeta latino Sesto Properzio, che secondo la tradizione sarebbe nato proprio a Spello, anche se non vi sono prove certe.
La porta non era solo un punto d’accesso: era un simbolo. Segnava il confine tra la città e il mondo esterno, tra la civiltà romana e le campagne umbre. Ancora oggi, attraversarla significa compiere un piccolo viaggio nel tempo. Le pietre consumate dal passaggio, le proporzioni armoniche, la luce che filtra tra le torri: tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi sacra.
Porta Venere è anche un punto di riferimento per chi visita Spello durante l’Infiorata, la celebre manifestazione floreale che ogni anno trasforma il borgo in un tappeto di colori e profumi. In quei giorni, la porta diventa cornice e soglia, accogliendo migliaia di visitatori e offrendo uno degli scorci più fotografati dell’Umbria.
Oggi come allora, Porta Venere continua a raccontare storie. Di imperatori e poeti, di pietre e fiori, di confini e accoglienza. È un monumento che non si limita a essere osservato: chiede di essere attraversato, vissuto, ascoltato.

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La monumentale Porta Venere a Spello in Umbria

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

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Ecco dove si trova il borgo:

Spello (Hispellum in latino) è un comune italiano della provincia di Perugia in Umbria. Fa parte del circuito de I borghi più belli d’Italia e si fregia del marchio di qualità turistico-ambientale Bandiera arancione, conferito dal Touring Club Italiano. Spello fu fondata dagli Umbri per poi essere denominata Hispellum in epoca romana; fu poi iscritta alla tribù Lemonia. Successivamente dichiarata “Colonia Giulia” da Cesare e “Splendidissima Colonia Julia” da Augusto, poiché lo supportò nelle guerra di Perugia; dopo la vittoria di Augusto, lui stesso cedette a Hispellum buona parte dei territori governati da Perusia e il dominio della città spellana si estese fino alle sorgenti del Clitunno, che erano prima sotto il possesso di Mevania. Più tardi fu chiamata “Flavia Costante” da Costantino. L’antica Spello era considerata una delle più importanti città nell’Umbria romana.
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Riferimenti:
– https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Venere_(Spello)
– https://www.e-borghi.com/it/umbria/perugia-spello/2-cose-da-vedere/1337-porta-venere.html
– https://www.umbriatourism.it/it/-/spello

Ossa e mistero nel cuore di Milano

Milano - Santuario di San Bernardino alle Ossa

Ossa e mistero nel cuore di Milano.
Nel centro storico di Milano, a pochi passi dal Duomo, si cela un luogo sorprendente e inquietante: il Santuario di San Bernardino alle Ossa. Questa chiesa, risalente al XIII secolo, custodisce una cappella ossario dove migliaia di ossa umane decorano le pareti in modo scenografico e simbolico.
La storia del santuario ha origini medievali. Accanto all’antico ospedale di Santo Stefano, venne costruito un cimitero per i defunti. Quando lo spazio iniziò a scarseggiare, le ossa furono raccolte in una cappella, dando vita a un ossario che nel tempo si trasformò in un vero e proprio monumento alla memoria.
Le ossa, provenienti da ospedali, carceri e cimiteri, sono disposte con cura in motivi ornamentali lungo le pareti. Teschi, femori e tibie formano cornici, colonne e decorazioni che incorniciano l’ambiente con un effetto tanto macabro quanto affascinante. Al centro della volta, un affresco settecentesco raffigura il Trionfo delle Anime, aggiungendo un tocco artistico al luogo.
Questo spazio non è solo una curiosità architettonica, ma anche un invito alla riflessione sulla caducità della vita e sulla spiritualità. Le ossa esposte non vogliono spaventare, ma ricordare la fragilità dell’esistenza e la speranza cristiana nella resurrezione.
San Bernardino alle Ossa è oggi visitabile e rappresenta una tappa imperdibile per chi vuole scoprire un volto insolito e profondo di Milano. Un luogo dove arte, fede e storia si intrecciano in modo unico, lasciando un’impressione indelebile in chi lo visita.

Sei mai stato in questo luogo di Milano?
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Milano - Santuario di San Bernardino alle Ossa

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Questo è il sito ufficiale del santuario: sanbernardinoalleossa.it.

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Ecco dove si trova:

La chiesa di San Bernardino alle Ossa è una chiesa di Milano, situata in piazza Santo Stefano. Citata in passato anche come San Bernardino ai Morti, è particolarmente nota per la cappella ossario seicentesca, le cui pareti sono per gran parte ricoperte da ossa a formare vere e proprie decorazioni barocche.
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Riferimenti:
– https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Bernardino_alle_Ossa
– https://www.milanodavedere.it/chiese-basiliche/san-bernardino-alle-ossa/
– https://www.storieurbane.it/santuario-di-san-bernardino-alle-ossa-mistero-storia-e-devozione-a-milano/

La statua marmorea dell’Assunta a Sestri

La statua marmorea dell’Assunta a Sestri Levante

La statua marmorea dell’Assunta a Sestri Levante.
All’interno della Basilica di Santa Maria di Nazareth, nel cuore di Sestri Levante, si trova una delle opere scultoree più affascinanti della Riviera ligure: la statua marmorea dell’Assunta. Collocata sull’altare maggiore, questa scultura rappresenta la Vergine Maria portata in cielo, circondata da cherubini che sorreggono la Santa Casa di Nazareth. L’opera è attribuita allo scultore genovese Francesco Maria Schiaffino, attivo nel XVIII secolo, noto per la sua abilità nel modellare il marmo con eleganza e dinamismo.
La statua si distingue per la sua verticalità slanciata e per la raffinatezza delle pieghe del manto, che sembrano muoversi con leggerezza celeste. Il gruppo scultoreo è incorniciato da un altare in marmi policromi, databile al 1762, che ne esalta la solennità e la bellezza. L’intera composizione trasmette un senso di elevazione spirituale, in perfetta sintonia con l’atmosfera raccolta della basilica.
La presenza della casetta di Nazareth nella parte inferiore della statua è un dettaglio iconografico significativo: non si tratta solo di una rappresentazione dell’Assunta, ma di una celebrazione della Madonna di Nazareth, a cui la chiesa è dedicata. Questo particolare conferisce all’opera un’identità unica, legata profondamente alla devozione locale e alla storia della comunità.
La Basilica di Santa Maria di Nazareth, costruita a partire dal 1604, è uno dei principali luoghi di culto di Sestri Levante. Situata in Piazza Matteotti, accanto al municipio, è facilmente riconoscibile per la sua facciata bianca e per la posizione strategica sull’istmo che collega il centro storico alla penisola dell’“Isola”. La chiesa, con il suo mix di stile barocco e neoclassico, ospita numerose opere d’arte, ma la statua dell’Assunta rimane uno dei suoi tesori più preziosi.

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Foto scattate con Oppo Reno 12.

Ecco dove si trova la basilica:

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Riferimenti:
– https://en.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Santa_Maria_di_Nazareth,_Sestri_Levante
– https://www.sestrilevanteligure.com/basilica-di-santa-maria-di-nazareth/

La Basilica dei Fieschi: gioiello medievale in Liguria

Basilica dei Fieschi: gioiello medievale nel cuore della Liguria

Basilica dei Fieschi: gioiello medievale nel cuore della Liguria.
Nel cuore della Liguria, tra le colline della Val Fontanabuona, sorge la Basilica dei Fieschi, uno dei più raffinati esempi di architettura romanico-gotica della regione. Costruita nel 1244 per volontà di Papa Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi, la basilica rappresenta un tributo alla potenza e al prestigio della famiglia Fieschi, una delle più influenti casate nobiliari genovesi del Medioevo.
La chiesa si distingue per la sua facciata bicroma, realizzata con fasce alternate di marmo bianco e ardesia, secondo lo stile tipico ligure. L’interno è sobrio ma elegante, con tre navate divise da colonne in marmo e capitelli scolpiti, che raccontano storie sacre e motivi vegetali. L’abside semicircolare e le decorazioni gotiche si fondono armoniosamente con la struttura romanica, creando un’atmosfera di raccoglimento e bellezza.
Il borgo di San Salvatore dei Fieschi, che ospita la basilica, conserva ancora oggi l’impianto medievale, con case in pietra, vicoli stretti e un senso di quiete che invita alla contemplazione. Ogni anno, in agosto, si tiene la rievocazione storica “Addio do Fantin”, che celebra il matrimonio tra Opizzo Fieschi e Bianca dei Bianchi, riportando il borgo indietro nel tempo con costumi, musiche e sapori d’epoca.
La basilica è aperta al pubblico e visitabile gratuitamente. È facilmente raggiungibile da Chiavari e Lavagna, ed è una meta ideale per chi ama l’arte, la storia e la spiritualità. Oltre alla sua funzione religiosa, il luogo ospita concerti, eventi culturali e visite guidate, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio locale.

Hai mai visitato questa bella chiesa?
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Basilica dei Fieschi: gioiello medievale nel cuore della Liguria

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 28.

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Eccovi anche un bel video che ho registrato all’interno della Basilica:

Dove si trova la basilica:

La basilica di San Salvatore dei Fieschi – conosciuta anche semplicemente come basilica dei Fieschi – è un luogo di culto cattolico situato nella frazione di San Salvatore dei Fieschi, in piazza Innocenzo IV, nel comune di Cogorno nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Chiavari-Lavagna della diocesi di Chiavari. Ha la dignità di basilica minore.
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Riferimenti:
– https://www.comune.cogorno.ge.it/it/page/basilica-dei-fieschi
– https://www.addiodofantin.it
– https://www.touringclub.it/destinazione/localita/san-salvatore-dei-fieschi

La Fontana di Trevi: meraviglia barocca di Roma

La Fontana di Trevi: meraviglia barocca di Roma

La Fontana di Trevi: meraviglia barocca di Roma.
Nel cuore di Roma, tra vicoli stretti e palazzi storici, si trova uno dei monumenti più iconici della città: la Fontana di Trevi. Questo capolavoro barocco non è solo una fontana, ma un simbolo di arte, storia e leggenda che affascina milioni di visitatori ogni anno.
La sua origine risale all’antico acquedotto dell’Acqua Vergine, costruito nel 19 a.C. da Agrippa per rifornire le terme romane. La fontana attuale fu commissionata nel XVIII secolo da papa Clemente XII, che indisse un concorso vinto da Nicola Salvi. I lavori iniziarono nel 1732 e terminarono nel 1762 sotto la direzione di Giuseppe Pannini. Il nome “Trevi” deriva probabilmente da “Tre Vie”, le tre strade che convergono nella piazza, oppure da “Trebium”, un’antica località.
La scenografia è dominata dalla figura di Oceano, che emerge da una nicchia centrale su un carro a forma di conchiglia trainato da cavalli marini e tritoni. Ai lati si trovano le statue dell’Abbondanza e della Salubrità, mentre sopra sono scolpiti rilievi che raccontano la leggenda dell’origine dell’acqua. L’intera struttura è incastonata nella facciata del Palazzo Poli, creando un effetto scenografico teatrale.
Una delle tradizioni più famose legate alla fontana è il lancio della monetina: secondo la leggenda, lanciando una moneta con la mano destra sopra la spalla sinistra si garantisce il ritorno a Roma. Ogni giorno, migliaia di turisti partecipano a questo rito, contribuendo a una raccolta annuale che supera il milione di euro, destinato a opere caritative. Esiste anche una piccola vasca laterale, la “Fontanella degli Innamorati”, dove si dice che chi beve insieme resterà unito per sempre.
La Fontana di Trevi è diventata celebre anche grazie al cinema. Indimenticabile la scena di “La Dolce Vita” di Federico Fellini, in cui Anita Ekberg si immerge nella fontana invitando Marcello Mastroianni a seguirla. È apparsa anche in altri film come “Totòtruffa 62”, dove Totò finge di venderla a un turista.
Oggi la Fontana di Trevi è uno dei monumenti più fotografati al mondo. La sua bellezza, le sue storie e il suo fascino eterno la rendono una tappa obbligata per chiunque visiti Roma. È un luogo dove arte, storia e magia si fondono in un’esperienza indimenticabile.

Hai mai visto la famosa fontana?
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La Fontana di Trevi: meraviglia barocca di Roma

Foto scattata con Honor 20.

Eccovi anche un bel video della fontana:

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La Fontana di Trevi è la più grande e fra le più celebri fontane di Roma. Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam ma successivamente l’incarico passò a Salvi.
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Riferimenti:
– https://www.roma.com/storia-e-curiosita-sulla-fontana-di-trevi/
– https://www.turismoroma.it/it/luoghi/fontana-di-trevi
– https://www.comune.roma.it/web/it/fontana-di-trevi.page

Particolari della Sagrada Familia di Barcellona

Particolari della Sagrada Familia di Barcellona

Particolari della Sagrada Familia di Barcellona.
La Sagrada Família, capolavoro incompiuto di Antoni Gaudí, è una delle opere architettoniche più affascinanti al mondo. Situata nel cuore di Barcellona, questa basilica cattolica è un trionfo di forme organiche, simbolismi religiosi e innovazioni strutturali. Gaudí dedicò gran parte della sua vita alla sua costruzione, concependola come una “catechesi in pietra” capace di raccontare la storia cristiana attraverso l’arte.
Tra gli elementi più curiosi e meno noti della Sagrada Família ci sono le sculture che decorano le facciate e le torri, spesso chiamate “gargoyle” anche se non sempre corrispondono alla funzione tradizionale di doccioni. Alcune di queste figure sembrano animali, altre creature fantastiche, ma molte rappresentano scene di devozione e spiritualità. Gaudí ha reinterpretato il concetto in modo personale, trasformando ogni elemento in un messaggio simbolico.
Una delle sculture più enigmatiche si trova sull’abside della basilica e raffigura due figure umane raccolte in preghiera. A prima vista potrebbe sembrare un gargoyle, ma non ha funzione idraulica. Le due persone sono scolpite con grande intensità espressiva, le mani giunte e il volto rivolto verso l’alto, come in un atto di profonda contemplazione. Questa figura potrebbe simboleggiare l’umiltà davanti al divino, oppure rappresentare fedeli in attesa della redenzione.
La scelta di inserire figure umane in atteggiamento di preghiera tra le decorazioni architettoniche riflette la visione mistica di Gaudí, secondo cui l’arte sacra deve parlare direttamente all’anima. Ogni dettaglio della Sagrada Família è pensato per dialogare con il mondo naturale e spirituale: le colonne imitano tronchi d’albero, le vetrate filtrano la luce come una foresta, e le sculture sembrano popolare un ecosistema sacro. In questo contesto, anche le figure che ricordano i gargoyle diventano messaggeri di un’idea spirituale e artistica.

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Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

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Dove si trova la cattedrale:

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Riferimenti:
– https://sagradafamilia.org
– https://barcelonamuseumguide.com/gaudi-sagrada-familia
– https://www.atlasobscura.com/places/sagrada-familia
– https://www.architecturaldigest.com/story/gaudi-sagrada-familia-symbolism

“Sic nos non nobis”: il motto che racconta Genova

“Sic nos non nobis”: il motto che racconta Genova

“Sic nos non nobis”: il motto che racconta Genova.
Nel cuore del centro storico di Genova, in Piazza Fossatello, il portone del maestoso Palazzo Grimaldi Doria accoglie i passanti con una scritta latina che incuriosisce e affascina: “Sic nos non nobis”. Tre parole, scolpite con eleganza, che racchiudono un’intera filosofia di vita e un frammento prezioso della storia genovese.
La frase completa, attribuita al poeta latino Virgilio, è: “Sic vos non vobis mellificatis apes” – “Così voi, api, fate il miele non per voi stesse”. La versione incisa sul portone, “Sic nos non nobis”, si traduce: “Così noi, non per noi stessi”.
È un motto che parla di altruismo, servizio, dedizione. Un messaggio potente, che riflette l’ideale di chi agisce per il bene comune, senza cercare gloria personale. Un pensiero che ben si adatta alla storia della famiglia Grimaldi e alla tradizione repubblicana di Genova, dove il prestigio si conquistava con l’impegno civico e il contributo alla città.
Il palazzo che ospita questa iscrizione è uno dei Palazzi dei Rolli, le dimore nobiliari genovesi che, tra XVI e XVII secolo, venivano selezionate per ospitare ospiti illustri in visita alla Repubblica. La famiglia Grimaldi, tra le più antiche e influenti di Genova, fece costruire questo edificio come simbolo di potere, ma anche di responsabilità verso la città.
La scritta sul portone non è solo decorativa: è una dichiarazione d’intenti, un invito a ricordare che il privilegio comporta dovere, e che la grandezza si misura nella capacità di servire gli altri.
Un messaggio ancora attuale. In un’epoca dominata dall’individualismo, “Sic nos non nobis” risuona come un monito gentile ma deciso. Passeggiando per Piazza Fossatello, alzare lo sguardo verso quella scritta significa riscoprire un valore antico e sempre attuale: vivere non solo per sé, ma per qualcosa di più grande.

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“Sic nos non nobis”: il motto che racconta Genova

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Dove si trova il portone:

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Riferimenti:
– https://infogenova.info/conoscigenova/infospinola/515-curiosa-frase-in-via-del-campo
– https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Doria-Tursi
– https://www.palazzoandreapitto.it/storia-1

La torre di palazzo Fascie-Rossi a Sestri Levante

La torre di palazzo Fascie-Rossi a Sestri Levante

La torre di palazzo Fascie-Rossi a Sestri Levante.
Uno dei simboli architettonici della mia cittadina è la torre in mattoni rossi che appartiene al palazzo Fascie-Rossi in pieno centro a Sestri.

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Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Ecco il sito del Palazzo Fascie.

Ecco dove si trova il palazzo:

The tower of the Fascie-Rossi palace in Sestri Levante – La tour du palais Fascie-Rossi à Sestri Levante – La torre del palacio Fascie-Rossi en Sestri Levante – A torre do palácio Fascie-Rossi em Sestri Levante – Der Turm des Fascie-Rossi-Palastes in Sestri Levante – Tháp của cung điện Fascie-Rossi ở Sestri Levante

Un palazzo in stile razionalista a Genova Nervi

Un palazzo in stile razionalista a Genova Nervi

Un palazzo in stile razionalista a Genova Nervi.
Genova Nervi, un quartiere affacciato sul mare e noto per i suoi splendidi parchi e ville storiche, ospita anche esempi significativi di architettura razionalista come questo palazzo sito in via Guglielmo Oberdan.
Questo stile, che si affermò in Italia tra gli anni ’20 e ’30 del XX secolo, è caratterizzato da forme geometriche semplici, funzionalità e l’uso di materiali moderni come il cemento armato.
L’architettura razionalista si distingue per alcune caratteristiche fondamentali:
Funzionalità: ogni elemento architettonico ha uno scopo preciso, eliminando decorazioni superflue.
Linee semplici e geometriche: predominano forme rettilinee e volumi puri.
Materiali moderni: l’uso di cemento armato, vetro e acciaio è comune.
Integrazione con l’ambiente: gli edifici sono progettati per armonizzarsi con il contesto circostante.
Un Esempio a Genova Nervi
L’architettura razionalista rappresenta un periodo di grande innovazione e cambiamento nella storia dell’architettura italiana.
Visitare Genova Nervi offre l’opportunità di esplorare non solo le sue bellezze naturali e storiche, ma anche di apprezzare esempi significativi di architettura razionalista. Ad esempio il Palazzo della Questura è una testimonianza tangibile di come questo stile abbia influenzato il paesaggio urbano, combinando funzionalità e estetica in modo armonioso.

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Un palazzo in stile razionalista a Genova Nervi

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 28.

Per vedere tutte le foto di Nervi clicca qui:

Dove si trova questo palazzo:

Il razionalismo italiano è una corrente architettonica che si è sviluppata in Italia negli anni Venti e Trenta del XX secolo in collegamento con il Movimento Moderno internazionale, seguendo i principi del funzionalismo, proseguendo in vario modo in frange sino agli anni Settanta. Le sue radici ideali si trovano nell’antica architettura romana classica (con il De architectura di Vitruvio) e nel Rinascimento (con le teorie di Leon Battista Alberti), ma anche nell’architettura di impronta illuminista (con le opere di Gottfried Semper).
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La cupola della Galleria Vittorio Emanuele a Milano

La cupola della Galleria Vittorio Emanuele a Milano

La cupola della Galleria Vittorio Emanuele a Milano.
La Galleria Vittorio Emanuele II, situata nel cuore di Milano, è uno dei luoghi più iconici e visitati della città. Costruita tra il 1865 e il 1877 su progetto dell’architetto Giuseppe Mengoni, la Galleria è un esempio magnifico di architettura neorinascimentale e rappresenta uno dei primi centri commerciali al mondo.
La Galleria è composta da due bracci che si intersecano formando una croce, con una lunghezza rispettivamente di 196 e 105 metri. Al centro di questa intersezione si trova la maestosa cupola, che è senza dubbio uno degli elementi più affascinanti della struttura.
La cupola della Galleria Vittorio Emanuele II si eleva a un’altezza di 47 metri e ha un diametro di 39 metri. Realizzata in vetro e ferro di provenienza francese, la cupola rappresenta un capolavoro di ingegneria e design del XIX secolo. Al momento della sua costruzione, non esistevano in Europa altre strutture vetrate di tali dimensioni e forma, rendendo la Galleria un’opera pionieristica nel suo genere.
Un altro elemento distintivo della cupola sono le semi-lunette, dipinte da artisti come Raffaele Casnedi e Bartolomeo Giuliano. Queste semi-lunette raffigurano allegoricamente i continenti (Asia, Europa, Africa e America) e diverse attività umane (arte, industria, agricoltura e scienza). Originariamente affrescate, le semi-lunette sono state successivamente coperte da mosaici che ne riproducono fedelmente i motivi allegorici.
Fin dalla sua inaugurazione, la Galleria Vittorio Emanuele II è stata un punto di ritrovo per la borghesia milanese, tanto da essere soprannominata il “salotto di Milano”. Oggi, la Galleria continua a essere un luogo di grande fascino, dove storia, arte e architettura si fondono in un’esperienza unica per i visitatori.

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La cupola della Galleria Vittorio Emanuele a Milano

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

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Dove si trova la galleria:

La Galleria, in quanto sede privilegiata della vita mondana milanese e simbolo di modernità, fu uno dei ritrovi preferiti e luoghi simbolici del futurismo, interessato com’era alla frenetica vita della città. Tra gli episodi che possiamo citare del movimento in Galleria, oltre ai frequenti ritrovi, abbiamo l’arresto di Boccioni, Carrà, Marinetti, Russolo e Piatti dopo una manifestazione in favore dell’interventismo con tanto di lancio di volantini, schiamazzi e bandiere austriache bruciate.
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The dome of the Galleria Vittorio Emanuele in Milan – Le dôme de la Galerie Vittorio Emanuele à Milan – La cúpula de la Galería Vittorio Emanuele de Milán – A cimeira da Galleria Vittorio Emanuele em Milão – Die Kuppel der Galleria Vittorio Emanuele in Mailand – Mái vòm của Galleria Vittorio Emanuele ở Milan

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Riferimenti:
– https://www.milanofree.it/milano/monumenti/la-galleria-di-milano-arte-e-curiosita.html