Un piatto di tagliatelle al ragù gustato a Modena

Un piatto di tagliatelle al ragù gustato a Modena

Un piatto di tagliatelle al ragù gustato a Modena.
Questo piatto è molto più di un semplice pasto: è un’immersione nella cultura emiliana, un momento di autentico piacere che racconta la storia e l’anima di una città.
Nel cuore di Modena, tra le vie acciottolate e le piazze eleganti, sedersi in una trattoria e ordinare tagliatelle al ragù significa entrare in contatto con una tradizione che affonda le radici nella cucina casalinga. La pasta, rigorosamente fatta a mano, ha quella consistenza ruvida che trattiene il sugo alla perfezione. Il ragù, cotto lentamente per ore, sprigiona profumi intensi di carne, pomodoro, vino rosso e soffritto, in un equilibrio che solo l’esperienza delle cuoche emiliane sa garantire.
Ogni forchettata è un viaggio: la pasta si scioglie in bocca, il condimento avvolge il palato con una ricchezza che non stanca. È il gusto delle domeniche in famiglia, delle ricette tramandate, dei pranzi che iniziano tardi e finiscono ancora più tardi. A Modena, questo piatto non è solo cibo: è un rito, un gesto d’amore, una celebrazione della lentezza e della cura.
L’ambiente contribuisce a rendere l’esperienza unica. Le trattorie del centro offrono un’atmosfera raccolta e familiare, dove il tempo sembra fermarsi. I tavoli in legno, le tovaglie a quadretti, le bottiglie di Lambrusco sul tavolo: ogni dettaglio parla di autenticità. E fuori, la città vibra di storia, arte e bellezza, rendendo ogni pasto parte di un racconto più ampio.
Anche le varianti locali del ragù, come quello preparato con Prosciutto di Modena DOP, aggiungono sfumature interessanti. Questo ingrediente, sapido ma delicato, dona al sugo una nota distintiva che esalta la pasta senza sovrastarla. È una dimostrazione di come la tradizione sappia evolversi senza perdere la propria identità.
Mangiare tagliatelle al ragù a Modena è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. È il profumo che arriva dalla cucina, il suono delle risate tra i tavoli, il calore dell’accoglienza emiliana. È un momento che resta impresso, che si racconta, che si desidera rivivere.
Purtroppo è passato così tanto tempo, da quando ho gustato questo piatto, che non ricordo nemmeno più in quale trattoria eravamo.

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Foto scattate con Oppo Reno 12.

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Riferimenti:
– https://www.trattoriatagliatella.it
– https://www.tripadvisor.co.uk/ShowUserReviews-g187803-d1630947-r602605677-Trattoria_Il_Fantino-Modena_Province_of_Modena_Emilia_Romagna.html
– https://blog.giallozafferano.it/lericettedimichi/tagliatelle-al-ragu-di-prosciutto-di-modena-dop/
– https://www.bulldogmodena.it/tagliatelle-al-ragu-modena/

Le lasagne alla bolognese gustate a Reggio Emilia

Le lasagne alla bolognese gustate a Reggio Emilia

Le lasagne alla bolognese gustate a Reggio Emilia.
Essere in Emilia e non ordinare almeno un piatto di lasagne sembra quasi una offesa. Qualche tempo fa sono stato a Reggio Emilia con mia moglie e per il pranzo della domenica mi sono fatto (oltre a molte altre cosa) anche un bel piattino di lasagne.
A dire la verità io le preferisco con un po’ più di besciamella ma comunque erano molto buone.

Qualche tempo fa, mio papà Loris, aveva scritto un bell’articolo sulle lasagne.

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Il ristorante in cui le ho ordinate era il: ristorantecanossa.com.

La più antica testimonianza scritta riguardante le lasagne appare nel 1282 nei Memoriali Bolognesi, menzionate in un componimento poetico in volgare trascritto da un notaio bolognese negli spazi bianchi fra contratti privati, secondo una pratica in voga a quel tempo. Nei successivi secoli la ricetta venne riproposta in diversi ricettari, non solo italiani, tra i quali L’Anonimo Toscano, traduzione in volgare del più noto Liber de coquina. Nell’opera del napoletano G.B. Crisci del 1634 Lucerna de corteggiani troviamo le “lasagne di monache stufate, mozzarella e cacio”, la prima in cui le lasagne vengono farcite con un latticino a pasta filata e passate nel forno.
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Gli ottimi pansoti alla salsa di noci anche a casa

Gli ottimi pansoti alla salsa di noci anche a casa

Gli ottimi pansoti alla salsa di noci anche a casa.
I pansoti alla salsa di noci sono un piatto tipico della tradizione ligure, amato per il suo sapore ricco e la sua semplicità. Questa specialità, originaria della Riviera di Levante, è perfetta per chi desidera portare in tavola un po’ di Liguria, anche a casa propria.
I pansoti, o pansotti, sono una varietà di pasta ripiena, simile ai ravioli, ma di forma triangolare o a mezzaluna. Il ripieno tradizionale è a base di preboggion, un mix di erbe selvatiche tipiche della Liguria, ricotta e parmigiano. La loro particolarità risiede nella delicatezza del ripieno, che si sposa perfettamente con la cremosità della salsa di noci.
La salsa di noci è un condimento cremoso e saporito, preparato con noci, pane ammollato nel latte, aglio, parmigiano, olio d’oliva e un pizzico di sale. La sua preparazione è semplice, ma richiede ingredienti di alta qualità per ottenere il miglior risultato. Le noci devono essere fresche e ben sgusciate, mentre l’olio d’oliva deve essere extravergine per garantire un sapore autentico.
I pansoti alla salsa di noci sono un piatto che conquista al primo assaggio. Perfetti per una cena in famiglia o con amici, portano in tavola i sapori autentici della Liguria. Prepararli a casa è un modo per riscoprire le tradizioni culinarie italiane e condividere momenti di convivialità.
In questo caso sia i pansoti che la salsa di noci erano quelli confezionati (ma molto buoni) del pastificio Novella di Sori.

Ti piacciono i pansoti? Se invece preferisci i ravioli vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.
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Foto scattate con Oppo Reno 12.

I pansoti, pansòti in ligure, (dal ligure pansa, in italiano “pancia”), sono una pasta ripiena tipica della cucina ligure, simile ai ravioli, da cui differiscono essenzialmente per la grandezza e l’assenza di carne nel ripieno. I pansoti alla salsa di noci (pansöti co-a sarsa de noxe) sono uno dei piatti più economici e caratteristici della tradizione genovese. I pansoti dato che non contengono carne, sono un piatto a base di magro, un tempo considerato adatto al periodo penitenziale della quaresima. Vengono spesso erroneamente chiamati anche “pansòtti”, in quanto in alcune provincie Liguri avviene verbalmente un’enfatizzazione delle ultime sillabe; la doppia lettera è pertanto da attribuirsi ad un linguaggio esclusivamente vocale.
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Riferimenti:
– https://www.fattoincasadabenedetta.it/ricetta/pansoti-con-salsa-di-noci/
– https://blog.giallozafferano.it/danicucina/pansoti-con-salsa-di-noci-ricetta-ligure/
– https://blog.giallozafferano.it/lacucinadihanneke/pansoti-con-salsa-di-noci-ricetta-ligure/

Un ottimo casatiello napoletano, la ricetta

Un ottimo casatiello napoletano, la ricetta

Un ottimo casatiello napoletano, la ricetta.
Il Casatiello Napoletano è una torta salata tradizionale della cucina napoletana, tipica del periodo pasquale. Questa deliziosa preparazione è ricca di sapore e perfetta per essere condivisa con amici e familiari. Io lo ho assaggiato per la prima volta in nave quando lo faceva Peppino e ancora adesso, sempre a bordo, viene preparato spesso.
Ho pensato di scrivervene la ricetta. Ecco come prepararlo.

Ingredienti

Per l’impasto:
– 600 g di farina 00;
– 300 ml di acqua tiepida;
– 25 g di lievito di birra fresco;
– 100 g di strutto (o burro);
– 1 cucchiaino di zucchero;
– 15 g di sale.
Per il ripieno:
– 150 g di salame napoletano a cubetti;
– 150 g di pancetta a cubetti;
– 150 g di provolone a cubetti;
– 100 g di pecorino grattugiato;
– 4 uova (per decorare);
– Pepe nero q.b..

Preparazione

Preparare l’impasto: sciogliere il lievito di birra in acqua tiepida insieme allo zucchero. In una ciotola capiente, mescolare la farina con il sale. Aggiungere lo strutto (o burro) e l’acqua con il lievito sciolto. Impastare fino a ottenere un composto omogeneo e liscio. Coprire con un panno e lasciare lievitare per circa 2 ore in un luogo caldo.
Una volta lievitato, stendere l’impasto su una superficie infarinata fino a ottenere un rettangolo spesso circa 1 cm.
Aggiungere il ripieno: distribuire uniformemente i cubetti di salame, pancetta e provolone sull’impasto. Spolverare con il pecorino grattugiato e una generosa quantità di pepe nero.
Arrotolare l’impasto su se stesso partendo dal lato lungo, formando un cilindro. Unire le estremità per formare una ciambella e adagiarla in una teglia a ciambella unta con strutto.
Inserire le uova intere (lavate e asciugate) sulla superficie del casatiello, premendole leggermente nell’impasto. Coprire e lasciare lievitare per un’altra ora.
Preriscaldare il forno a 180°C e cuocere il casatiello per circa 45-50 minuti, o fino a quando la superficie sarà ben dorata.
Lasciare raffreddare leggermente prima di tagliare e servire. Il casatiello è perfetto sia caldo che a temperatura ambiente, e si conserva bene per diversi giorni.

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Un ottimo casatiello napoletano, la ricetta

Foto scattata con Honor 20.

Il casatiéllo è un prodotto della cucina napoletana, un lievitato salato tipico del periodo pasquale. Gli ingredienti di base sono: farina, strutto, formaggio, salame, ciccioli e uova. Si presume che il suo nome derivi dalla parola napoletana caso (cioè cacio, da cui casatiello), ingrediente che fa parte del suo impasto.
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Un bel piatto di pansoti anche a bordo

Un bel piatto di pansoti alla salsa di noci anche a bordo

Un bel piatto di pansoti alla salsa di noci anche a bordo.
Quando sono in nave, anche se il cibo è molto vario, mi manca molto il cibo di casa.
Così quando faccio Savona o Genova chiedo sempre a mia moglie di portarmi qualcosa da casa.
In questo caso avevo chiesto i pansoti (quelli confezionati ma molto buoni del pastificio Novella) da condire con la salsa di noci (questa preparata a bordo).
Il risultato, come voi stessi potete vedere, era eccellente!

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Foto scattate con Honor 20.

I pansoti, pansòti in ligure, (dal ligure pansa, in italiano “pancia”), sono una pasta ripiena tipica della cucina ligure, simile ai ravioli, da cui differiscono essenzialmente per la grandezza e l’assenza di carne nel ripieno. I pansoti alla salsa di noci (pansöti co-a sarsa de noxe) sono uno dei piatti più economici e caratteristici della tradizione genovese. I pansoti dato che non contengono carne, sono un piatto a base di magro, un tempo considerato adatto al periodo penitenziale della quaresima. Vengono spesso erroneamente chiamati anche “pansòtti”, in quanto in alcune provincie Liguri avviene verbalmente un’enfatizzazione delle ultime sillabe; la doppia lettera è pertanto da attribuirsi ad un linguaggio esclusivamente vocale.
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Pansoti e ravioli della tradizione Ligure alla domenica

Pansoti e ravioli della tradizione Ligure alla domenica

Pansoti e ravioli della tradizione Ligure alla domenica.
La domenica passata sono stata, con mia suocera e mia cognata, a mangiare nella trattoria da Ou Settembrin a Carasco.
Nella tradizione ligure non abbiamo potuto non ordinare i pansoti alla salsa di noci e i ravioli al tocco (al ragù di carne); entrambi molto buoni come sempre!

Ti piacciono questi piatti? Tu quale sceglieresti? Se invece preferisci i ravioli vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.
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Se vuoi sapere quali sono i migliori ravioli, secondo me, vai all’articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato nella Provincia di Genova di Levante.

Foto scattate con iPhone SE.

Ecco dove si trova la trattoria:

I pansoti, pansòti in ligure, (dal ligure pansa, in italiano “pancia”), sono una pasta ripiena tipica della cucina ligure, simile ai ravioli, da cui differiscono essenzialmente per la grandezza e l’assenza di carne nel ripieno. I pansoti alla salsa di noci (pansöti co-a sarsa de noxe) sono uno dei piatti più economici e caratteristici della tradizione genovese. I pansoti dato che non contengono carne, sono un piatto a base di magro, un tempo considerato adatto al periodo penitenziale della quaresima. Vengono spesso erroneamente chiamati anche “pansòtti”, in quanto in alcune provincie Liguri avviene verbalmente un’enfatizzazione delle ultime sillabe; la doppia lettera è pertanto da attribuirsi ad un linguaggio esclusivamente vocale.
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Traditional Ligurian Pansoti and Ravioli on Sundays – Pansoti et raviolis ligures traditionnels le dimanche – Pansoti y ravioles tradicionales de Liguria los domingos – Pansoti e ravioli tradicionais da Ligúria aos domingos – Sonntags traditionelle ligurische Pansoti und Ravioli – Pansoti và ravioli truyền thống của vùng Ligurian vào Chủ nhật

Le trofie di farina di castagne con il pesto

Le trofie di farina di castagne con il pesto alla genovese

Le trofie di farina di castagne con il pesto alla genovese.
Ovviamente, da buon ligure, uno dei miei piatti preferiti è la pasta condita con il pesto (di basilico).
Quando poi ho a disposizione anche le trofie impastate con la farina di castagne il piatto risulta ancora più buono.

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Foto scattate con Honor 20.

Esiste un tipo di trofie impastato con farina di castagne che prende il nome di trofie “bastarde”, il cui gusto è più dolce delle trofie normali o bianche. Si possono anche mischiare trofie bianche a trofie di castagne per dare un gusto delicato al piatto. Le trofie bastarde, oltre che con il pesto, si possono condire con la salsa di noci.
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The pasta called trofie made with chestnut flour dough and seasoned with Genoese pesto – Les pâtes appelées trofie à base de pâte à base de farine de châtaigne et assaisonnées au pesto génois – La pasta llamada trofie elaborada con masa de harina de castañas y aderezada con pesto genovés – A massa chamada trofie feita com massa de farinha de castanha e temperada com pesto genovês – Die Nudeln namens Trofie werden aus Kastanienmehlteig hergestellt und mit genuesischem Pesto gewürzt – Món mì ống gọi là trofie được làm từ bột hạt dẻ và nêm sốt pesto Genoa

Strangozzi al tartufo: un tesoro culinario dell’Umbria

Gli strangozzi al tartufo: un tesoro culinario dell'Umbria

Gli strangozzi al tartufo: un tesoro culinario dell’Umbria.
L’Umbria, cuore verde d’Italia, è famosa per la sua cucina genuina e ricca di sapori autentici. Tra i piatti più rappresentativi di questa regione spiccano gli strangozzi al tartufo, una prelibatezza che unisce la semplicità della pasta fatta in casa con l’aroma inconfondibile del tartufo nero di Norcia.
Gli strangozzi, conosciuti anche come umbricelli o stringozzi, sono una pasta lunga e spessa, simile agli spaghetti ma di sezione rettangolare. La loro origine è antica e risale alla tradizione contadina umbra, dove venivano preparati con farina di grano duro e acqua, senza l’uso di uova. Questo li rende un piatto povero ma estremamente versatile e gustoso.
Il tartufo nero di Norcia, uno dei più pregiati al mondo, è il protagonista indiscusso di questa ricetta. Raccolto nei boschi umbri tra novembre e marzo, il tartufo nero è apprezzato per il suo profumo intenso e il sapore unico. La sua presenza trasforma un semplice piatto di pasta in un’esperienza culinaria indimenticabile.
Gli strangozzi al tartufo sono un piatto che incarna l’essenza dell’Umbria: semplicità, autenticità e un profondo legame con il territorio. Ogni boccone è un viaggio tra i sapori e i profumi di questa meravigliosa regione, rendendo omaggio alla sua ricca tradizione culinaria.
Purtroppo é passatp troppo tempo e non ricordo piú dove ho gustato questo piatto.

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Gli strangozzi al tartufo: un tesoro culinario dell'Umbria

Foto scattata con Honor 20.

Gli strangozzi sono una pasta lunga a sezione rettangolare, tipica del comprensorio Folignate-Spoletino, ma diffusi anche in tutta l’Umbria, nelle Marche, nel Lazio e in Abruzzo. Sono chiamati anche, a seconda delle zone, stringozzi, strengozzi, strongozzi, nel ternano sono conosciuti come ciriole o manfricoli. L’aspetto è simile a quello dei tagliolini, ma, a differenza di questi, sono più spessi e senza uovo.
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Strangozzi with truffles: a culinary treasure from Umbria – Strangozzi aux truffes : un trésor culinaire de l’Ombrie – Strangozzi con trufas: un tesoro culinario de Umbría – Strangozzi com trufas: um tesouro culinário da Úmbria – Strangozzi mit Trüffeln: ein kulinarischer Schatz Umbriens – Stragozzi với nấm cục: kho báu ẩm thực của Umbria

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Riferimenti:
– https://blog.giallozafferano.it/zialora/strangozzi-al-tartufo-ricetta-tipica/
– https://www.granconsigliodellaforchetta.it/cucina-tipica/strangozzi-al-tartufo/

La focaccia al formaggio della pizzeria Due Forni

La focaccia al formaggio della pizzaria Due Forni a Sestri Levante

La focaccia al formaggio della pizzeria Due Forni a Sestri Levante.
Come vi ho già scritto altre volte, nonostante la vera focaccia al formaggio sia quella di Recco, se ne possono trovare di eccellenti un po’ in tutta la provincia di Genova di Levante.
Questa, ad esempio, è quella della pizzeria I Due Forni della mia Sestri Levante.
Come potete immaginare vedendo le foto era veramente eccellente!

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Foto scattate con Honor 20.

Si narra che grazie alla possibilità di disporre di olio, formaggetta e farina, cuocendo la pasta ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia coperta, venne “inventato” quel prodotto gastronomico che oggi conosciamo come “Focaccia di Recco col Formaggio”.
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Cheese focaccia from Due Forni pizza restaurant in Sestri Levante – La focaccia au fromage de la pizzeria Due Forni à Sestri Levante – La focaccia de queso de la pizzería Due Forni en Sestri Levante – A focaccia de queijo da pizzaria Due Forni em Sestri Levante – Die Käse-Focaccia aus der Pizzaria Due Forni in Sestri Levante – Phô mai focaccia từ quán pizza Due Forni ở Sestri Levante

Salsiccia al vino rosso assaggiata a Tenerife

Salsiccia al vino rosso assaggiato a Tenerife

Salsiccia di maiale al vino rosso assaggiata a Tenerife.
Qualche tempo fa, fermandomi con la nave a Tenerife, sono stato in una tasca (una osteria tipica) ed, oltre al classico prosciutto ed alle mia amate croquetas, ho voluto assaggiare questo piatto: il chorizo al vino tinto.
Molto gustoso anche se non indimenticabile!

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Foto scattata con Honor 20.

Ecco dove si trovava l’osteria:

Abbiamo parlato altre volte di Chorizo, la tipica salsiccia ispanica di carne di maiale e spezie. Fu solo dopo la scoperta dell’America, quando la paprika del Nuovo Mondo fu portata in Spagna, che il chorizo ​​acquisì la tonalità rossastra che lo caratterizza oggi. Questa ricetta ha bisogno di un chorizo poco stagionato e un vino rosso corposo come vini di Navarra, Rioja, Somontano o La Mancha.
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